“Presentiamo in questo numero
un’artista che ha fatto dell’autoritratto
la riscoperta di sè.”
Chi è Cinzia Battagliola
Cinzia Battagliola è nata e vive a Brescia.
Ha iniziato la sua carriera da fotografa
come autodidatta, approfondendo
poi le sue conoscenze tecniche con corsi
a Brescia, Milano e Varese. 
fiori nel vaso
Fiori e pensieri, 2020/21 - Camera Polaroid SRL Macro5 - Film Image Spectra Color

A partire dal 2010, il suo percorso creativo ha trovato nell’autoritratto l’espressione artistica che non ha più abbandonato. Utilizzando una piccola macchina Polaroid, gli scatti seguono un progetto di sequenze che ritraggono il corpo come contenitore di memoria ed elemento in continua trasformazione. Nel 2015 Cinzia ha pubblicato il suo primo libro fotografico Sul filo dei sogni  inserito nelle librerie milanesi Carla Sozzani e Armani Libri. Ha partecipato a numerose mostre ed esposizioni in molte città italiane: Venezia, Bologna, Firenze, Genova, Brescia, Milano, Senigallia, Carrara. Nel 2016 è stata curatrice della mostra : PhotograpHER donne che fotografano le donne, presso SPAZIO CONTEMPORANEA di Brescia. Nel 2019 ha partecipato al Brescia Photo Festival presso il Museo S. Giulia di Brescia nella sezione dedicata all’autoritratto femminile curata da Mario Trevisan e Donata Pizzi.

Alcune delle sue opere sono esposte nella collezione permanente del Museo Musif di Senigallia e in numerose collezioni private. Inoltre, la sua opera viene citata all’interno del libro Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea di Giorgio Bonomi. Dal 2007 Cinzia lavora con progetti all’interno delle scuole per promuovere la fotografia come mezzo espressivo e di linguaggio e, dal 2017, organizza workshop dedicati alla fotografia istantanea e all’autoritratto in varie città italiane. Nel  2020 ha esposto i suoi progetti a Brescia  in una mostra personale presso lo Spazio S. Zenone all’Arco dal titolo Fili Invisibili e nello stesso anno  ha partecipato alla mostra CON+TATTO presso la Galleria del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto. Nel 2019 ha ottenuto la nomina di Tutor fotografico FIAF.

Autoritratto con orologio
I colori del tempo, 2013 - Camera Polaroid Impulse AF- Film Impossible PX 600 Color Protection
donna in semi-ombra con fiore
Luce del mattino, 2020 - Camera Polaroid Instant Lab Film Polaroid 600 Color

L’autoritratto è da sempre l’oggetto e il soggetto delle tue fotografie,  puoi raccontare alle nostre lettrici il tuo percorso creativo: l’origine di questa scelta e come si è sviluppata attraverso le diverse opere artistiche?

Ho iniziato questo percorso intorno al 2010. Attraversavo un periodo di crisi  in cui molte certezze erano messe in dubbio, l’autoritratto attraverso la macchina Polaroid mi ha permesso di iniziare a guardarmi internamente in maniera diversa.

Come in uno specchio speciale, un terzo occhio, lo scatto non è mai stato troppo programmato ma istintivo, utilizzando luoghi della mia casa intimi e conosciuti, scelti ogni volta per ciò che volevo rappresentare.

Ho attinto spesso ai miei sogni, a quella parte sconosciuta e profonda che molte volte porta alla luce angoli e sfaccettature del nostro essere interiore, insieme alle paure, ai dubbi e ai desideri che molte volte vengono repressi dalla nostra razionalità. Infatti una parte fondamentale del mio lavoro è legata alla mancanza di controllo della situazione. Io non vedo ciò che ritraggo, lo immagino, ma spesso il risultato è qualcosa che mi sorprende, e mi trovo ad osservare una parte di me che non conosco ma che sento appartenermi. La Polaroid è stata fondamentale per realizzare i miei progetti perché è una fotografia immediata, materica, piccola e unica, è una dimensione che sento mia. Inoltre, ho perseguito la fotografia istantanea anche con macchine di semplice utilizzo che mi hanno permesso di concentrarmi sullo scatto e sul contenuto.Questo passaggio mi ha aiutato nel percorso dell’accettazione di me stessa. La ricerca del bello è però sempre presente, mi piace realizzare opere, come qualcosa di sognato ma possibile. 

Nella sequenza Fiori e pensieri il soggetto è lo still life di fiori, qual’è il collegamento con la Cinzia dell’autoritratto?

In questo progetto che sto portando avanti da alcuni anni, ho creato un piccolo mondo floreale dove ogni volta raccolgo fiori del mio giardino, delle colline vicino alla mia casa, e quelli che mi vengono donati. I fiori mi appartengono da sempre, li curo, li conservo, sono legati anche alla memoria di mia madre e alle persone amate. 

La realizzazione di questo lavoro è collegata all’autoritratto, perchè anche qui sono presente con tutta me stessa, quello che provo, il modo in cui vedo le cose e a volte come le vorrei. C’è il passaggio legato al tempo e alla vita in cui i fiori appassiscono e muoiono…c’è tutto ciò che conta.

Utilizzi la macchina fotografica Polaroid, trasmettendo l’unicità dello scatto ma con più elementi da gestire; quanto è determinante la tecnica per il risultato finale del tuo progetto?

La  Polaroid è molto importante per il risultato finale del mio progetto in quanto lo scatto è unico,  è una fotografia materica con possibilità di essere manipolata fisicamente anche successivamente,  che mi permette di creare cose nuove anche da scatti apparentemente sbagliati. Ritengo l’errore parte integrante del mio progetto in divenire, in quanto senza errore non avrei  evoluzione ne’ cambiamento.

Alcuni tuoi lavori sono accompagnati da testi scritti da te come in “Nuda Veritas” del 2018 dove scrivi “Il Corpo come contenitore di memoria in continua trasformazione, ogni cosa che ci accade lo attraversa e benché la nostra mente lo rimuova, il corpo conserva ogni ricordo, ogni cicatrice….”. La  tua scrittura è influenzata dalle poesie di Antonia Pozzi e la ritieni necessaria per completare il progetto?

Non tutte le mie fotografie sono accompagnate da testi scritti. In alcune opere la scrittura le accompagna ed è importante; frasi che scrivo dopo aver realizzato gli scatti spesso sgorgano quasi di getto, legate all’emozione che provo nel vederli.  Tempo fa ho avuto la fortuna di visitare l’archivio Antonia Pozzi, poetessa e fotografa della prima metà del secolo scorso, conservato presso l’Università di Varese e ne sono rimasta affascinata. L’archivio conserva accuratamente non solo le poesie ma anche le numerose fotografie da lei scattate.

L’autoritratto è ed è stato proposto in varie forme da diverse artiste internazionali, ci sono artiste/i ai quali ti sei ispirata? Come ad esempio l’opera “La danza immobile” riporta alla memoria l’opera di Francesca Woodman e la sua presenza nello spazio.

Sono diversi anni che mi occupo di fotografia e sicuramente alcuni artisti hanno ispirato il mio lavoro, Francesca Woodman è  tra quelli, penso che ogni fotografo interessato all’autoritratto sia stato influenzato dal suo lavoro. Tra gli altri,  Duane Michals con le sue bellissime ed oniriche sequenze, Paolo Gioli con il suo lavoro  sperimentale  dove l’uomo è sempre al centro , Sarah Moon fotografa legata al mondo della moda ma che ha osato stravolgere il modo di proporla, il suo lavoro è magico e bellissimo e anche lei ha utilizzato la Polaroid, Gina Pane e la sua ricerca artistica che è la costante indagine sulla relazione del corpo con la natura.

Vivi la fotografia anche nel curare mostre,  nel realizzare progetti fotografici nelle scuole e workshop di fotografia. Vuoi raccontarci le tue esperienze?

Nel 2016 e 2017 ho avuto l’occasione di curare due mostre molto interessanti presso lo Spazio Contemporanea di Brescia: “PhotograpHER” e “KIDS Sempre bambini”nelle quali erano presenti opere di artiste internazionali quali Cyndy Sherman, Annie Leboviz, Vanessa Beecroft, Shirin Neshat,  Nad Goldin e molte altre, prestate da collezioni private, lo scopo era anche quello di fare una raccolta a sostegno delle Comunità Resilienti in Mozambico attraverso le associazioni: SVI, Medicus Mundi e SCAIP. Questa preziosa esperienza mi ha dato la possibilità di approfondire la mia conoscenza del mondo della fotografia internazionale  e affrontare tutte le difficoltà legate alla curatela di  mostre così importanti.

Per quanto riguarda la collaborazione con le scuole è iniziata nel 2007 e continua tuttora, un lavoro intenso e bellissimo che ogni volta si adatta all’età dei ragazzi ed al percorso didattico che stanno svolgendo all’interno della scuola, la fotografia è intesa come mezzo espressivo e di linguaggio. I progetti che propongo sono vari, tra questi vi è l’utilizzo  della mia “Camera Oscura volante” che mi permette di far realizzare ai ragazzi delle stampe di oggetti a contatto (rayografie), oppure la realizzazione di ritratti con macchine istantanee (Polaroid o Instax) costruendo un set fotografico apposito.

Inoltre dal 2017 ho iniziato a organizzare sia workshop di fotografia istantanea che  workshop dedicati all’autoritratto.  Nei primi  approfondisco  questo tipo di fotografia così particolare, illustrando tutte le modalità tecniche di utilizzo di macchine e pellicole e le possibili manipolazioni creative.  

Nei secondi, dopo aver dedicato una prima parte alla conoscenza  degli autori importanti, creo un set fotografico in cui i partecipanti possano realizzare i propri autoritratti che spesso sono piccoli racconti. Un’esperienza che non necessariamente viene condivisa con altri, ma diviene uno spazio intimo dove risulta  più facile essere se stessi e avere meno controllo su ciò che accade, questo è uno dei punti chiave per la realizzazione di un lavoro il più  autentico possibile.  

Quale messaggio vorresti trasmettere ad altre donne che sono alla ricerca del proprio potenziale?

Vorrei trasmettere il messaggio  di non aver paura di esprimere ciò che si prova, di trovare il coraggio di intraprendere la propria strada anche quando sembra troppo tardi, di non temere il giudizio pur pensando che scoprendoci potrebbero esserci persone  che non capiranno.

Sicuramente ce ne saranno  altre che si sentiranno in sintonia con noi e che attraverso il nostro lavoro potranno trovare la propria strada anche molto lontana dalla nostra. Col tempo ho capito che un’opera quando viene creata e portata all’esterno non è più nostra ma di tutti coloro  che la vorranno fare propria. L’arte è di tutti. 

Immagini di Cinzia Battagliola. Per conoscere i suoi lavori clicca qui: www.cinziabattagliola.it

Intervista a cura di Manuela Metelli