donna con capelli al vento in bicicletta

Nel mese di luglio ci sono state le olimpiadi. Mio marito è appassionato di sport, essendo in pensione, e anche a riposo, in quel periodo ha approfittato per vedere parecchie imprese sportive. Sentendo le varie interviste, i commenti, i racconti, ciò che ci ha colpito è, come tutti questi ragazzi, che hanno fatto imprese, hanno lavorato sulla propria forza mentale. Penso che mai come in quei giorni si sia parlato di Mental Coach.

Quasi tutti questi atleti, erano passati attraverso difficoltà che hanno affrontato e trasformato con la forza del pensiero. Il pensiero, nostra forza, oppure nostro limite. Penso alle persone incontrate nella vita, a quelle cui ogni occasione è buona per lamentarsi, o a quelle che in ogni situazione trovano motivo di forza e coraggio. Il chiudersi o l’aprirsi.

Ci sono molti detti, a volte li ripetiamo per abitudine senza soffermarci sulle profonde verità che portano dentro. “Aiutati che il ciel ti aiuta:” Vale a dire: “Rimboccati le maniche e cambia te stesso che le cose si trasformano e si sviluppano.”

Se si dà troppa attenzione alle preoccupazioni, queste diventano insormontabili.

È importante non lasciare che la mente si riempia di piccole e grandi paure, ma cercare invece di avere pensieri positivi, di fiducia, di coraggio.

Tornando ai nostri campioni sportivi, la moglie di Massimo Stano, vincitore della 20 km alle olimpiadi, disse in una intervista, che il marito, il giorno che le furono consegnate le divise, che avrebbe indossato per il grande evento sportivo, si vestì di tutto punto, si mise sulle spalle la bandiera italiana, e in piedi, con la mano sul cuore si mise a cantare l’inno italiano.

Lei le chiese cosa stesse facendo e lui le disse che: “stava vivendo il momento della vittoria.” Un gesto molto forte nel pensiero che costruisce. Certo doveva avere dentro di sè la certezza che sarebbe stato così.

C’è un racconto di Gregg Braden nel libro – La scienza perduta della preghiera-.

In questo libro, lui parla di un fatto vissuto assieme ad un suo amico, un saggio indiano del nord America.

Questi un giorno lo invita ad accompagnarlo nel deserto, vuole recarsi in un luogo per lui ritenuto sacro, a pregare perché si trovano in un periodo di forte siccità.

Camminano un bel po’ fino a raggiungere il luogo scelto.

Qui il suo amico entra nel cerchio sacro e si sofferma in silenzio con gli occhi chiusi.

Il narratore si aspetta di vedere, grandi rituali, lunghe preghiere ed invece in un tempo relativamente breve, il suo amico apre gli occhi, esce fuori dal cerchio e dice: “Possiamo andare!”

Lui lo guarda stupito e gli chiede:” Come hai fatto?”

“Beh, ho immaginato le gocce di pioggia che scendevano, mi bagnavano e bagnavano il terreno. Ho visto la terra che assorbiva acqua e l’erba che spuntava.

Ho immaginato i campi che si inzuppavano e i raccolti che crescevano.

Ho sentito nel mio cuore la bellezza di tutto questo e ho ringraziato profondamente.” E ripeté: “adesso possiamo andare.”

L’autore racconta che sulla strada del ritorno, cominciarono a cadere le prime gocce e la pioggia scese in abbondanza.

Per contro, tempo addietro incontrai una signora, mi parlava di suo marito che aveva avuto un ictus.

Mi disse che era successo durante un piccolo intervento in angioplastica.

Suo marito, era convinto che sarebbe andato male e a niente servivano le rassicurazioni da parte dei medici che gli spiegavano che era un piccolo interventino senza grossi pericoli.

Lui era convinto che qualcosa sarebbe andato storto e nessuno riusciva a fargli cambiare opinione.

“Se lo sentiva, se lo sentiva” continuava a ripetermi la signora.

E successe veramente come il marito aveva “SENTITO”.

Sentire la cosa ed esserne convinti.

Mi tornano in mente le parole del vangelo:” Se avrete la fede di un granello di senape, sposterete le montagne!”

Il saggio indiano ha avuto la fiducia che sarebbe venuta l’acqua e da tanta convinzione ringrazia, come se il tutto fosse già avvenuto. Questa è la fede del granello di senape!

Anche il signore dell’ictus è convinto, ci crede che qualcosa andrà storto, lo sente che le cose andranno male e il peggio succede. Anche lui ha la fede del granello di senape, ma lo ha in negativo.

Se diventiamo osservatori della vita ci accorgiamo che ciò che SENTIAMO si avvera. Come sentiamo, così accadrà.

Per questo è importantissimo lavorare su di noi stessi per mettere nel nostro cuore tutta la fiducia e tutto il bene possibile.

Perché ciò che ci accade non è mai causalità ma risonanza.

Noi siamo un campo energetico.

Che lo si creda o no.

Così siamo fatti, così siamo stati creati

Perciò come tutto ciò che ci circonda, come in alto così in basso noi…vibriamo. Le emozioni che abitano dentro di noi, sono vibrazioni, sono frequenze. Le vibrazioni si legano e attirano vibrazioni simili.

Se siamo arrabbiati, incontriamo gente arrabbiata e scateniamo rabbia. Se siamo in pace, incontriamo persone gentili che ci trattano con gentilezza.

Trasformare ciò che alberga nella nostra mente, non è facile.

Nel periodo attuale sembriamo immersi in tutto il peggio che l’umanità può esprimere.
È come camminare in una melma sommersi da pessimismo e paura.
Eppure, proprio nei momenti più difficili è importante puntare in alto. Tenere alte le emozioni, i sentimenti, i pensieri.

Immaginiamo di avere una luce accesa nel cuore. Come una piccola candela. Dobbiamo tenerla accesa, proteggerla.
Tutto ciò che è positivo, gli dà forza, vigore, brillantezza.
Tutto ciò che è negativo, la copre, la eclissa e rischia di spegnerla.
Quando ci accorgiamo che la coltre grigia del pessimismo e della paura copre la nostra luce, riprendiamo la calma, espandiamo il respiro.

Scrolliamoci di dosso ciò che ci abbatte e riprendiamo da capo ad alzare lo sguardo.
La nostra luce riprenderà forza e splendore.

C’è un detto molto usato che mi piacerebbe cambiare e trasformare e dirlo così: “A pensar bene non si sbaglia mai!”
Che porti tanto bene a tutti!

Vica Olivetti