
Costituzione Italiana
Art. 32, Parte I
– Diritti e doveri dei cittadini, Titolo II
– Rapporti etico-sociali
La Repubblica tutela la salute
come fondamentale diritto
dell’individuo
e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.
“Nessuno può essere obbligato a un determina- to trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limi- ti imposti dal rispetto del- la persona umana.”
Il che significa: “La salute del singolo non può essere sacrificata neppure a tutela di tutti gli altri”.
Ti sei accorta che piano piano, ci hanno insegnato a rinunciare sempre di più a noi stessi e ai nostri diritti fondamentali in nome della collettività?
Ma siamo proprio sicure che sia giusto così?
È questo il significato della vita, annullarsi per il prossimo?
Oppure è risplendere, per essere di esempio per gli altri e mostrare loro che è possibile fare qualsiasi cosa, e che anch’essi, se lo vogliono, possono fare altrettanto, senza impedire, a chi sta loro intorno, di realizzarsi?
Non siamo nate per giocare al ribasso.
Non siamo nate per annullarci, per far fare bella figura a chi ci circonda o sacrificarci per loro.
Semmai siamo nate per cooperare e prosperare, grazie alla reciproca interazione.
Semmai siamo nate per migliorarci giorno dopo giorno, ed essere una guida per chi desidera evolversi. Questo non significa passare sopra i diritti altrui, significa far valere i propri, che sono legittimi come quelli altrui.
Da un anno a questa parte, sento sempre più spesso dire: “Lo faccio per la collettività!”
Ma siamo proprio sicure che queste azioni che vengono fatte “per la collettività” siano effettivamente di aiuto alla collettività?
In che modo far violare il proprio corpo, senza un’adeguata informazione, e pretendere che anche il proprio vicino di casa lo faccia, può in qualche modo fare del bene alla collettività, alla salute e alla vita delle persone in generale?
Siamo proprio sicure che le fonti di informazione ufficiali siano proprio in buona fede?
Sapevi che sono state emanate delle leggi, in tempi non sospetti, che impediscono agli aderenti a certe categorie di agire in scienza e coscienza, pena l’espulsione dai vari albi?
Una collettività sana parte da un individuo che rispetta innanzitutto se stesso, il proprio corpo, ricerca la verità in ogni ambito della propria vita e soprattutto nella salute, perché come diceva il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer: “La salute non è tutto ma senza salute tutto è niente”.
Rispetto verso gli altri significa informarsi, confrontarsi, sviluppare senso critico, non affidarsi alla cieca alla Dea Television e alla sua propaganda; questo lo può fare un ragazzino inesperto di 12 anni, non un adulto che per una vita ha visto scorrere sotto i propri occhi tante pagliacciate e falsità.
Secondo il mio personale punto di vista: “Rispetto verso se stessi significa anche rispetto verso gli altri.”
Perché?
Perché, se io mi prendo cura di me, facendo per esempio prevenzione, studiando e applicando ciò che imparo, aiuto la mia comunità: primo perché se sono una persona in buona salute, sono una persona più positiva, ho più energie per fare e per contribuire, in casa e sul lavoro; secondo perché non avrò bisogno costantemente della sanità pubblica.
Il mio medico di base ha solo guadagnato su di me, perché mi ha vista in rarissime occasioni e in quelle occasioni spesso parlava delle sue cose.
Al pronto soccorso poi, ci sono stata solo 2 volte. La prima potevo evitarla, la seconda mi hanno per- sino sbagliato la diagnosi, quindi ho ricevuto un danno più che un aiuto.
Perché ricordiamoci bene che in certi ambienti ci sono esseri umani, che non sempre sono al meglio della loro condizione e spesso non possono (per paura) o non vogliono (per mancanza di valori) agire in scienza e coscienza.
Aiutare la collettività significa non intasare studi medici e ospedali, significa non farsi del male volutamente, per esempio: fumando, prendendo medicinali a sproposito, non fare attività fisica, mangiando cibo spazzatura, esagerando con bevande eccitanti… e la lista potrebbe essere infinita.
Aiutare la collettività significa prendere coscienza che il nostro corpo è sacro.
Altrimenti siamo tutti alla mercé di pazzi, che brevettano in tempi non sospetti virus (e lo puoi verificare tu stessa nei siti specializzati) e poi magicamente costringono le persone a seguire profilassi, che loro stessi non seguirebbero mai, ma che hanno predisposto per gli altri, in nome del dio denaro.
Siamo su questo pianeta per esprimere il meglio di noi stesse, vivere pienamente ed essere felici? Oppure per essere cibo per gli sciacalli, che mascherati da benefattori, in realtà creano il problema per poi somministrare la cura che 99,99 volte su 100 va contro natura?
Ognuno di noi può prendersi cura della collettività attraverso il rispetto della vita umana e dei diritti del singolo, che sono inviolabili. E il rispetto della vita umana deve necessariamente partire dal rispetto di se stessi e della propria salute.
E quale migliore azione, se non la prevenzione?
Prevenzione significa prendere consapevolezza del proprio potere e di esercitarlo, significa non farsi abbindolare da informazioni false e tendenziose; significa che la salute va preservata con costanza, conoscenza, ricerca della verità.
Continuare a dire: “Io non sono un medico”, oppure: “Io non ne capisco niente”, ci mette alla mercé di quanto sta accadendo oggi.
Ognuno nel suo piccolo può fare cose grandi, e questo capendo che può cominciare a fare quello che può, con quello che ha.
Può stare più all’aria aperta piuttosto che chiuso in casa.
Può mangiare più alimenti naturali piuttosto che alimenti confezionati.
Può bere più acqua piuttosto che bibite, te e caffè o alcolici.
Può acquistare integratori da aziende certificate piuttosto che prodotti da supermercato.
Può fare più attività fisica piuttosto che poltrire sul divano davanti alla tv.
Può respirare più aria pulita piuttosto che fumo di sigaretta.
Può fare mille cose che favoriscono la salute piuttosto che tutte quelle che la sfavoriscono.
Sì, sì, hai ragione, sono cose dette e ridette, ma in quanti le fanno?
In tanti certamente, ma non tutti, altrimenti non ci sarebbe tutta questa marea di gente che fino a ieri se ne infischiava della propria salute, e oggi va ancora in giro mascherata con la paura di morire e prestando il proprio corpo alla sperimentazione, piuttosto che smettere di fare ciò che le ha portate a non stare bene o ad essere più sensibile ai virus dell’influenza.
Chi fa prevenzione da anni non ha affatto paura di morire perché sa come prendersi cura di sé giorno per giorno; certo nessuno è onnipotente, ma può sostenere con azioni mirate il proprio sistema immunitario e limitare eventuali danni.
Tieni conto che se non facciamo prevenzione, se non cominciamo ad occuparci noi in prima persona della nostra salute, non solo deleghiamo a perfetti sconosciuti la nostra vita ma autorizziamo a dichiarare stati di emergenza durante i quali perfetti sconosciuti, decidono della nostra vita sulla base dei loro esclusivi interessi, che con la salute pubblica ed individuale non hanno niente a che vedere.
Ci hanno abituato per anni alla frase detta alla velocità della luce: “Attenzione, questo farmaco può avere effetti collaterali anche gravi”.
Ci siamo talmente abituate a correre grossi rischi nel futuro “lontano”, pur di avere un piccolo beneficio nell’immediato e a non correlare “i fastidi cronici” (che subentrano dopo qualche anno e che non è possibile correlare con qualche farmaco preso anni addietro) che oggi la maggior parte delle persone sono disposte a fare da cavie, in nome di un qualcosa costruito ad arte da chi ha ben pensato di scrollarsi tutte le responsabilità, scaricandole sull’individuo opportunamente manipolato in anni e anni di messaggi fuorvianti e che altro non fanno che sviare dalla retta via e mettere contro le persone.
Ognuno è libero di fare tutte le scelte che ritiene opportune MA rispettando quelle del proprio prossimo.
Ed è per questo che: “Chi ha paura di morire non deve impedire agli altri di vivere”.
E con questo intendo che, chi non desidera prendersi cura di sé, per tutte le sue ragioni, non ha alcun diritto di pretendere che chi lo fa da sempre, debba pregiudicare la propria libertà di scelta a beneficio di chi ha deciso di affidarsi al lato oscuro della scienza.
Hai mai sentito parlare delle malattie Iatrogene?
Se no, sarebbe ora che cominciassi a prendere consapevolezza del fatto che sono la prima causa di morte al mondo, per la quale causa, indotta da ignoranza da parte della classe medica, nessuno si prende la responsabilità.
Questo dovrebbe almeno far sorgere qualche domanda o dubbio sul fatto di affidare la propria vita a cuor leggero a persone che in tutti i modi non si prendono la responsabilità delle proprie azioni.
Da qualche anno a questa parte sempre più mi domando: “Quante vite vengono effettivamente salvate rispetto a quante ne vengono sacrificate, volutamente o per ignoranza?”
I medici oggi non sanno far altro che seguire i protocolli, beh per questo basta avere la quinta elementare.
La differenza tra un esecutore di protocolli e un vero medico sta nella capacità di capire il proprio paziente e agire integrando studio, esperienza e coscienza, cosa che oggi sta diventando sempre più raro.
Grazie a Dio esistono tanti medici e operatori sanitari che hanno fatto del giuramento di Ippocrate la loro bandiera, sotto la quale agiscono con scrupolo e amore, ma sono purtroppo una minoranza.
Prendiamoci cura di noi finché siamo in tempo, studiamo, confrontiamo, alimentiamo lo spirito critico, per non cadere vittime di chi è più attento ai numeri sulla parcella che agli occhi dei propri assistiti.
Fare prevenzione significa mettere in condizione il proprio corpo di fare quello per cui è stato progettato, dare al proprio organismo tutto il necessario per potersi auto regolare, riequilibrare e guarire da solo.
Esistono programmi testati, specifici e stagionali che ci permettono di mantenerci idratate, pulite, protette e nutrite costantemente.
Ci mettono al sicuro per tutto l’anno, perché sostengono il sistema immunitario che è il nostro migliore alleato, non produce effetti collaterali per la salute, rispetto a qualsiasi altro sistema sintetico, che non solo è riconosciuto abbia effetti collaterali anche gravi, ma che oggi si cerca, con mezzi illeciti, di inoculare.
Tieni costantemente a mente che se all’interno del nostro corpo tutto funziona, perché ci prodighiamo giornalmente a far sì che ciò avvenga, i nostri organismi sono in grado di far fronte a qualsiasi emergenza, e non è tanto per dire.
Prodigarsi giornalmente non significa fare i tripli salti mortali carpiati.
Significa semplicemente fare azioni preventive anche piacevoli.
Certo bisogna conoscerle e poi applicarle.
Tutto qui?
Non è tutto qui ovviamente ma come dicevano i pitagorici: “Il primo passo è la metà del tutto”.
Beh! Se leggendo questo lungo articolo, hai capito anche tu che prenderti cura della tua salute è possibile, ti mette al sicuro da chi è in malafede, ti rende una persona libera, e vuoi sapere come farlo in modo semplice e sicuro, scrivimi su: https://www.facebook. com/PurEnergyLifeStyle
Simona Scarano