Cosa voglio dalla mia vita?
Cosa voglio “veramente”
dalla mia vita?
Quante volte
ci saremo fatte
questa domanda?
E quante volte
ci saremo messe
in ascolto
per sentire la risposta?

Io credo che poche persone se la siano fatta in modo chiaro, vero, pro- fondo. È molto facile farsi una domanda e darsi delle risposte di rito, guidate da quella che è la nostra cultura, estrazione socia- le e vissuto. Quello che spiazza è il “veramente”, è il confronto con la nostra intimità dove si annidano desideri, sogni, immaginazioni.
Io stessa posso dire di aver vissuto la mia vita fino a pochi anni fa, in cui sono state le altre persone e gli eventi a segnarne il decorso, vuoi per insicurezza, per mancanza di fiducia nei miei desideri, per sensi di colpa e tanto altro che mi hanno impedito di confrontarmi con me stessa.
Poche erano le cose che desideravo assolutamente, quali il volere una famiglia e dei figli, tutto il resto sembrava rinviabile o peggio ancora impossibile, in- desiderabile, irrealizzabile. Poi dopo che i figli sono cresciuti e ti rendi conto di aver fatto un ottimo lavoro con loro, inizi a guardare nuovamente a te stessa, con altri occhi… occhi veri, disincantati e consapevoli.
Capisci che tutto quello che hai fatto precedentemente ha un senso, che tutto si è mosso in modo “sincronico” e armonioso per portarmi a quella che sono oggi, che niente è stato inutile e sprecato.
Ti rendi conto che anche la Felicità dipende da noi, che non può essere raggiunta cercandola al di fuori di noi.
Solo il rapporto con noi stessi, con la conoscenza dei propri bisogni e dei propri valori, ci permette di fare la scelta giusta in ogni campo, affinché proviamo un senso di soddisfazione e di realizzazione tale da capire il senso della nostra vita.
Ti rendi conto sempre più, che NOI e soltanto noi siamo gli unici creatori del nostro destino, che tutto alberga già dentro di noi, tutti quei sentimenti e quelle emozioni che spesso disconosciamo perché è più facile addossare la colpa ad altri, poter puntare il dito per accusare, permettendoci di scaricare i nostri pesi sugli altri.
Io credo che poche persone se la siano fatta in modo chiaro, vero, pro- fondo. È molto facile farsi una domanda e darsi delle risposte di rito, guidate da quella che è la nostra cultura, estrazione socia- le e vissuto. Quello che spiazza è il “veramente”, è il confronto con la nostra intimità dove si annidano desideri, sogni, immaginazioni.
Io stessa posso dire di aver vissuto la mia vita fino a pochi anni fa, in cui sono state le altre persone e gli eventi a segnarne il decorso, vuoi per insicurezza, per mancanza di fiducia nei miei desideri, per sensi di colpa e tanto altro che mi hanno impedito di confrontarmi con me stessa.
Poche erano le cose che desideravo assolutamente, quali il volere una famiglia e dei figli, tutto il resto sembrava rinviabile o peggio ancora impossibile, in- desiderabile, irrealizzabile. Poi dopo che i figli sono cresciuti e ti rendi conto di aver fatto un ottimo lavoro con loro, inizi a guardare nuovamente a te stessa, con altri occhi… occhi veri, disincantati e consapevoli.
Capisci che tutto quello che hai fatto precedentemente ha un senso, che tutto si è mosso in modo “sincronico” e armonioso per portarmi a quella che sono oggi, che niente è stato inutile e sprecato.
Ti rendi conto che anche la Felicità dipende da noi, che non può essere raggiunta cercandola al di fuori di noi.
Solo il rapporto con noi stessi, con la conoscenza dei propri bisogni e dei propri valori, ci permette di fare la scelta giusta in ogni campo, affinché proviamo un senso di soddisfazione e di realizzazione tale da capire il senso della nostra vita.
Ti rendi conto sempre più, che NOI e soltanto noi siamo gli unici creatori del nostro destino, che tutto alberga già dentro di noi, tutti quei sentimenti e quelle emozioni che spesso disconosciamo perché è più facile addossare la colpa ad altri, poter puntare il dito per accusare, permettendoci di scaricare i nostri pesi sugli altri.
Cambiare paradigma è possibile, anche se complesso, e l’unico motivo del perché le persone non lo fanno è perché “costa fatica”.
Si, cambiare costa tanta, tanta fatica al punto che è più semplice continuare a sognare che prendere in mano il proprio mondo interiore.
Con questo non voglio dire che è sbagliato sognare, al contrario. Walt Disney diceva: “se lo puoi sognare, immaginare, allora lo puoi anche fare”. Quello che voglio dire è che bisogna lavorare, mettersi all’opera per trasformare i nostri sogni in realtà, in qualcosa di possibile. Prima però è necessario capire di cosa abbiamo bisogno per realizzarli.
Gli strumenti possono essere sia materiali che immateriali (psichici, emozionali), e non deve impaurirci la confusione che potremmo provare, perché dalla confusione nasce sempre la creazione!
Facciamo un esempio che accomuna tantissime persone. Quante persone si separano dal proprio partner per incompatibilità di carattere e poi rivolgono la propria attenzione al di fuori pensando che l’uomo o la donna ideale siano là fuori anziché rivolgere le proprie attenzioni verso sé stessi al fine di capire dove apportare modifiche al proprio modo di essere?
Certo,… esistono casi di incompatibilità e aver compreso che quella per- sona non fa più al caso nostro è lecito, e quindi è legittimo cercare una persona diversa. Le caratteristiche positive e negative dell’altra perso- na però esistevano già, il nostro inconscio che tutto vede e tutto conosce, lo sa; quindi, siamo sicuri che il problema sia li fuori e non dentro di noi? Se non capisco cosa sto cercando nell’altra persona e quali sono i sentimenti ed emozioni che mi muovono in certe situazioni, rischio di portare lo stesso problema nella prossima relazione di coppia e sbagliare nuova- mente tutto!
Quanto il nostro modo di fare compromette la nostra relazione con il nostro partner o gli altri soggetti?
Prima di dire che l’altra persona non ci capisce, bisogna rivolgere la nostra attenzione su noi stessi e analizzare il nostro modo di fare, di parlare, di comprendere, accogliere, eliminando il più possibile il giudizio e cercando di mettere a tacere il nostro Ego che tende a compromettere continuamente le nostre relazioni.
Come riuscire a fare tutto ciò? Beh, rimanendo focalizzati sull’argomento e non sui nostri pensieri che tenderanno a tirarci dentro a considerazioni, conclusioni, paradigmi, giudici, etc..
Ogni soggetto ha il suo vissuto che tende a riaffiorare continuamente e quando ciò accade TUTTO viene compromesso dal diverso approccio che viene messo in atto con gli altri e con le situazioni. Dobbiamo riuscire a rima- nere il più possibile neutrali, analizzando la cosa da diversi punti di vista, e cambiando continuamente “posizione percettiva”. Con questo intendo dire che devo analizzare la cosa dal mio punto di vista, poi dal punto di vista dell’al- tra persona e infine dal di fuori, come se guardassi un film. Se procedo in questo modo avrò tutta una panoramica completa che mi aiuterà ad essere il più possibile obiettiva!
Tornando ora alla domanda iniziale, “cosa voglio veramente dalla mia vita” le risposte ovviamente possono essere infinite e anche mutevoli, perché non esiste un’unica risposta, anche se parlando con le persone, ascoltando le canzoni, leggendo libri e guardando film, ti rendi conto che la necessità più impellente che ha l’es- sere umano è quella di Amare, di Essere Amato e di voler es- sere Felice e qualsiasi distorsione mentale o conflitto interiore sembra dipendere dalla mancanza di queste tre cose!
Carl Gustav Jung diceva:
” La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro al tuo cuore. Chi guarda fuori sogna. Chi guarda dentro si sveglia”.
Resta a te quindi la scelta se rimanere un sognatore e come tale credere che poco o niente dipenda da te, e che siano gli altri a dover cambiare, capire, vedere, interpretare, oppure svegliarti, aprire gli occhi e decidere di guardarti dentro per vivere un’esistenza più consapevole.
Un’ esistenza che abbia il sapore della conoscenza del sé, in cui non sarò più ciò che mi succede, bensì quello che decido di essere, sapendo che non sarà facile e non sarà subito, perché come diceva ancora Carl Gustav Jung: “il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è”.
Questa sera vai al letto facendoti questa domanda, “cosa voglio veramente dalla mia vita?” poi addormentati e lascia che il tuo inconscio parli al tuo coscio… non avere fretta, respira, concediti e credi nel processo!
Un caro abbraccio e Buona Vita!
Sandra Grazia Carmignani