
Come donna e come ricercatrice spirituale e guaritrice ancestrale, riporto al ricordo della consapevolezza che siamo tutti esseri divini creatori incarnati.
Siamo essenza divina sia maschile che femminile, ma cosa significa nel concreto , nel nostro vivere quotidiano come donne?
Significa la riscoperta dell’infinito potenziale di Dea che portiamo dentro come scintilla divina della creazione, e poter manifestare e gestire questo potenziale nella nostra vita, nel nostro lavoro, nelle nostre relazioni, ed anche nel rapporto con noi stesse, oltre i limiti delle strutture illlusorie della personalità, dei condizionamenti culturali, storici e religiosi, per creare consapevolmente la nostra auto-realizzazione nell’amore, nella bellezza, nell’armonia, nell’abbondanza, nella pace, ed in tante altre qualità innate della parte femminile della natura umana.
I simboli della Dea, le sue caratteristiche, le leggende e i miti nati attorno alla sua figura ci possono fornire una serie di spunti per capire la vera natura del “femminile” primario.
Per cercare di riconoscere quella parte di divino femminile presente, in maggiore o minore misura, in ognuno di noi ed in tutti i tempi….
Agli albori del mondo , nelle culture più antiche, è il femminile ad incarnare l’archetipo del “divino”.
La parola archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτυπος col significato di «immagine», composto da arché+(άρχή, cioè «inizio, principio originario») +typos(«modello, marchio, esemplare»), viene utilizzata per indicare un modello, una forma o una matrice di un concetto generale.
Gea, Asthart, Iside, solo per citarne alcune, sono diverse manifestazioni di una stessa divinità femminile assoluta. Le dee ereditate successivamente dall’Europa antica, come le greche Atene, Era, Artemide, Ecate, le romane Minerva e Diana, le irlandesi Morrìgan e Brigit, le baltiche Laima e Ragana, la russa Baba Yaga, la basca Mari e altre non sono che “veneri” simboli di fertilità e prosperità. Sono dispensatrici di vita e di morte, sono “regine “ o “signore” e tali restano nei credi individuali per molto tempo, nonostante la loro ufficiale detronizzazione, militarizzazione e ibridazione come spose e mogli celesti indoeuropee. Il tema centrale del simbolismo della Dea si dispiega nel mistero della nascita e della morte e nel rinnova- mento della vita, non solo umana ma di tutta la terra e anzi dell’intero cosmo.
La madre natura è essenza di tutte le cose è la creatrice assoluta, una stessa divinità che, nelle sue diverse manifestazioni, incontriamo nelle culture delle civiltà più antiche.
Prima che il Dio divenisse “padre” la divinità femminile regnava sovrana dall’Anatolia alla Tailandia e nel cuore profondo dell’Antica Europa. Prima dell’ avvento del modello di civiltà patriarcale, i popoli godevano di una struttura matrilineare e ugualitaria perseguendo un’ideologia pacifica fondata sulla pace e sull’amore.
Adoravano la Dea in quanto madre e creatrice, come la terra , base della loro economia agraria, e dispensatrice di frutti come la natura. Di quest’epoca purtroppo non rimangono molte tracce, riemerge il suo ricordo nel Mito dell’Arcadia, dell’Atlantide, o nelle rovine di Cnosso, nelle statue e nelle ceramiche, nei resti della civiltà minoica.
Un po’ ovunque nell’Europa preistorica sono state rinvenute delle statuette di “veneri” dai fianchi prominenti (steatopigie), dissotterrate negli scavi di un ampia area geografica che va dai Balcani, nell’Europa orientale, al lago Baikal in Siberia; e in tutto l’Occidente da Willendorf, vicino a Vienna, alla Grotte du Pape in Francia.
Nei primi anni ’90 le scoperte dell’archeologa americana Jeannine Davis-Kimball nelle steppe russe, riconducono all’attenzione ad una cultura al femminile.
Qui infatti, sono state rinvenute decine di tombe considerate, per la ricchezza degli arredi funerari e delle offerte, come un segno inconfutabile di una società dove le donne, che fossero guerriere, sacerdotesse o dedite alla famiglia, esercitavano chiaramente il monopolio del potere e della ricchezza.
Una storia tutta al femminile quella del nostro più lontano passato quindi che emerge oggi grazie all’apporto di diverse studiose (come Marija Gimbutas) che affermano di voler liberare l’archeologia e la storia antica da un logica puramente maschio-centrica.
L’Archetipo del femminile
Il potere dell’inconscio dell’universo femminile si esprime con la visione, il simbolo, il rituale, la poesia e la profezia. Tutte queste qualità della saggezza femminile sono state per molti anni schiacciate dalle visioni religiose di tutto il mondo, al cui centro regna sovrano un Dio maschile.
La saggezza femminile e materna richiede partecipazione e non un sapere astratto e “imposto”. Alla struttura di un sapere piramidale e dogmatico fa fronte una conoscenza universalmente condivisa e a disposizione di chi ne voglia fare “esperienza”.
Nello sviluppo patriarcale –monoteistico – maschile, tendente all’astrazione, vale a dire anche nell’Occidente giudaico – cristiano, la dea, come figura femminile della saggezza è stata detronizzata e repressa. I suoi simboli sono stati fagocitati dalla cultura cristiana dove hanno subito una drastica trasformazione nei rituali “maschili” (come ad esempio il battesimo) oppure sono stati posti ai margini della cultura dominante (si pensi al simbolo della Vergine in trono , all’uovo pasquale, al Graal) o addirittura trasformati negli opposti negativi ( come la croce che da primitivo simbolo di fecondazione è diventato simbolo di morte).
Le Nuove scoperte archeologiche confermano le leggende di un’epoca lontana, prima che un Dio maschile decretasse l’eterna sottomissione della donna all’uomo, ci fu un’epoca in cui l’umanità viveva in pace ed abbondanza. Un’epoca in cui il potere amministrativo e religioso era in mano alle donne. Una civiltà in cui non vi era sottomissione dell’uomo ma reciproca collaborazione. Società di tipo mutuale non fondata sul “comandare” ma sull’ ”elargire”. Dedita alla coltivazione dei campi nel più alto rispetto della natura e dei suoi cicli. Con conoscenze di astronomia, agricoltura e contatto con mondi “altri” attraverso stati di coscienza e riti iniziatori che portavano rivelazioni profetiche e / o guarigioni. Una civiltà che apprezzava l’arte come frutto di una mente caratterizzata da una coscienza intuitiva, mistica, incline al fantasticare. Da questa prospettiva, la ricerca contemporanea di un’antica spiritualità perduta può essere considerata sotto una luce nuova ed estremamente proficua.
In sostanza, la ricerca di una saggezza mistica, appartenente al passato che oggi tante persone perseguono, è la ricerca del tipo di spiritualità caratteristico di una società a modello mutuale e non dominatore.
Significa ritornare a riconoscere la nostra unità con la natura e le sue leggi per una vita armonica nel suo grembo così come avveniva al tempo della Dea.
In questo periodo storico di transizione globale verso una Nuova Era dell’umanità, è proprio il risveglio del potenziale del femminile che sarà la guida per la nuova umanità dell’Era dell’Acquario, anche chiamata Era del Femminile.
Il “RITORNO DELLA DEA” è l’evoluzione e rivoluzione, che dal passato ancestrale del nostro inconscio, riporta attuale il potere insisto nel mistero profondo e divino dell’essere – La donna è chiamata dal divenire stesso dell’esistenza, ad essere la vera protagonista per una rinascita del nostro mondo.
Ogni donna è influenzata da potenti forze interne o archetipi femminili. Questi archetipi femminili, impersonati da dee della mitologia greca, sono forze che modellano il comportamento ed influenzano le emozioni della donna.
Quando una donna conosce quali sono le dee presenti in lei come forze dominanti, impara a conoscere le sue priorità e capacità e talenti innati.
Il modello influisce sulle scelte e sulla natura dei suoi rapporti in ogni ambito della vita.
Ogni archetipo ha aspetti potenzianti ed altri depotenzianti del proprio potere personale . Tutte le dee sono modelli potenziali nella psiche della donna, e tuttavia in ognuna ne vengono attivati, potenziati o sviluppati solo alcuni, e altri no.
Quali sono i 7 archetipi delle Dee femminili?
Le dee vergini: Atemide, Atena e Estia
Le dee vulnerabili: Era, Demetra, Persefone
La dea alchemica: Afrodite
Il viaggio interiore alla riscoperta del proprio vero potenziale femminile, è un viaggio che auguro a tutti di intraprendere, per tornare a brillare e splendere di magia innata…la magia dell’essere Donna, totalmente e pienamente.
Sara Stella Duè