Benvenute a questo incontro con Donna D3.
Oggi abbiamo l’onore di ospitare Francesca Ferla che è qui come prima ospite di questo percorso a puntate, dove sperimenteremo la potenza al femminile, che racconta di quante donne si riescono a mettere in gioco e riescono a fare cose veramente eccezionali.
Francesca la prima domanda che ti faccio per farti conoscere un po’ da tutte le donne che ci stanno leggendo o ascoltando: “Vuoi raccontare qualcosa della tua vita e del tuo percorso che ti ha portato a essere qui oggi? Quello che ti ha portato a essere la donna che sei oggi. Una sintesi delle cose principali perché a volte i percorsi hanno delle tappe fondanti e magari se vuoi condividere qualcuna di queste, saremmo contentissime di poterti ascoltare.”

Innanzitutto buon giorno a tutti, io devo dire che sono anche un po’ emozionata di essere qui ma anche molto entusiasta.
Il mio percorso è stato molto poliedrico, sempre legato al mondo, diciamo dell’arte, della creatività e con delle puntate in aree diverse.
Innanzitutto mi sono laureata in scienze dei beni culturali e della comunicazione multimediale con un’attenzione specifica alle arti performative, al teatro, in particolare, con una tesi sullo spettacolo circense e di strada.
Poi ho avuto tantissimi stimoli in ambito artistico a livello familiare, perché mio padre, pur essendo un ingegnere, è da sempre un grandissimo appassionato di arte e di antiquariato e mi ha sempre coinvolto portandomi in giro per mercatini alla ricerca un po’ del bello in senso lato e, altra cosa fondamentale è stato lo stimolo ricevuto anche dai nonni, tra i quali anche il nonno paterno, sarto di professione.
Io mi occupo di consulenza d’immagine e sono arrivata a questo lavoro dopo aver cercato la mia strada in diverse aree.
Ho fatto per un po’ di anni l’organizzatrice di eventi, poi nel periodo della crisi ho dirottato il tutto sul l’insegnamento in ambito proprio letterario alle medie con i ragazzi e infine ho deciso di fare questo diploma per diventare Consulente d’immagine & Stylist più che altro per sistematizzare delle conoscenze che già avevo, poi ho cercato di acquisire delle competenze sul campo facendo tanta esperienza.
Questa è sostanzialmente un po’ la mia storia, però ho avuto bisogno di avere tutti questi stimoli diversi per arrivare poi a costruire, come sto facendo ora, la professione che svolgo, che ha tanti punti di connessione anche con altri ambiti.
Ecco, proprio per quello di cui tu ti stai occupando, ci puoi dire per una donna che comunque ha interesse a tutto quello che è il mondo dell’arte e della bellezza del colore, insomma, di tutto quello che riguarda anche il look, di cosa esattamente ti occupi e come puoi aiutare tante donne rispetto a certe decisioni che riguardano questi aspetti?
Certo, allora la consulenza d’immagine è un ambito molto ampio che comprende alcune consulenze di tipo tecnico legate al rilevamento delle caratteristiche oggettive di ciascuno di noi, in particolare in relazione al colore, alla forma del corpo, del viso, delle proporzioni, delle linee, del portamento e questi, appunto, sono dei dati più oggettivamente rilevabili, altri invece più legati all’emotività, al carattere, a ciò che noi vogliamo esprimere di noi stessi attraverso la nostra immagine andando a toccare il lato nostro più profondo.
Questo lavoro si fa attraverso una consulenza di stile che poi si traduce in termini pratici nella costruzione di un’immagine che sia il più possibile, che parli il più possibile di noi e che faccia emergere in tutto e per tutto la nostra unicità, quindi la consulenza di immagine è tutt’altro rispetto a qualcosa di superficiale.
Va invece a toccare veramente il nostro lato più profondo e parte soprattutto da un discorso di grande consapevolezza, di sé stessi e delle proprie caratteristiche sia fisiche, ma anche diciamo più emotive, psicologiche.
È un percorso molto bello, alla conoscenza di sé stessi e io sono veramente grata di poter accompagnare le persone in questo percorso che ogni volta è emozionante e che per ognuno è veramente diverso perché viene ostruito proprio sulla base delle esigenze della persona e di un obiettivo che viene fissato e condiviso in partenza.
Quello che stai dicendo è un po’ anche una rivoluzione per noi donne che siamo da tempo un po’ costrette sia dalla moda sia da quello che è il look proposto fuori, a dover sempre adeguarci a qualcosa. No? Più che esprimerci, a doverci adeguare o non adeguare quando non lo siamo. Magari non ci sentiamo l’altezza, quindi sarà molto interessante prendere spunto da alcune tue indicazioni per poter mettere in atto questo cambio anche di paradigma e quindi poter appropriarci di questa espressione.
Volevo infatti dire che tra l’altro questo percorso ha come uno dei principali risultanti il fatto di acquisire una sicurezza in sè stessi che ci porta a svincolarci completamente da tutti i bombardamenti che ci arrivano dal mondo della moda, dai media, ad essere sicuri per noi stessi di quello che ci valorizza, che fa per noi e che parla di noi e questa è veramente una rivoluzione per noi donne, soprattutto, ci facciamo un’idea di noi che non è quella che vedono poi gli altri e lo vedo veramente tutti i giorni.
Questo vale anche per gli uomini, nel senso che questo discorso si fa anche al maschile.
Infatti, effettivamente non è solo per le donne, ma per gli uomini delle donne. Quindi per interposta persona si arriva poi anche a loro. Diciamo che questo habitat un po’ femminile può a volte sembrare una forzatura e serve anche per creare una un’area diciamo di protezione dove ogni donna possa sentirsi comunque a proprio agio e non giudicata, non guardata, non osservata, non catalogata, non classificata.
Quando vorrai Francesca, sarai ospite di qualche pillola riguardante proprio questi aspetti e in base alla tua esperienza, di come si possa arrivare poi ad acquisire questa consapevolezza e questa sicurezza che non dipende da qualcosa che uno riscontra fuori o da qualcosa che uno trova dentro di sé.
Sono entrambe le cose e infatti devo dire che ho cercato e pensato di strutturare il percorso partendo dal rilevamento, diciamo così, delle caratteristiche oggettive di colore, forma, comportamento, struttura fisica.
Non si parla mai né di taglia né di peso, ma semplicemente di struttura che è quella che rimane sempre e comunque, e partendo da questi dati oggettivi si arriva poi a scavare dentro di sé e a capire quali sono anche quelle credenze che ci portano un po’ a vacillare e che, appunto, ci rendono insicure o insicuri e così lavorare su questi aspetti.
Per raggiungere il livello di consapevolezza è necessario un percorso, è necessario del tempo ed è quello che dico sempre alle persone che si rivolgono a me: di essere indulgenti con sè stessi, di non pretendere che l’occhio immediatamente sia in grado di riconoscere tutto quello che noi abbiamo rilevato, perché l’occhio, essendo un organo di senso collegato al cervello, è abituato a percepire ciò che noi lo abbiamo educato a percepire.
Perciò ha bisogno anche di un tempo per fare una sorta di reset e questo avviene un po’ alla volta.
Certamente io cerco di guidare il più possibile la persona verso questo, però è anche la persona stessa che deve arrivare a essere disponibile, a mettersi un pochino in discussione e a guardare veramente che cosa è, a che cosa è abituata, a uscire un pochino da una zona di comfort che magari è semplicemente un adagiarsi su qualche cosa per raggiungerne un’altra che è la reale zona di comfort, perché è la consapevolezza che mi porta a fare delle vere e proprie scelte.
Prima invece andavo un po’ a tentoni, tentavo, provavo, ma magari non sulla base proprio di dati oggettivi e invece così abbiamo sempre un appiglio forte e possiamo scegliere in base a quello.
Ottimo Francesca, mi sembra un consiglio gigante per tutte le donne, cioè sapere che da una zona di non comfort o di minor comfort si arrivi addirittura alla miglior condizione possibile che a volte nei cambiamenti fa più paura, come non sapere a cosa si va incontro, quindi sicuramente attraverso anche la tua guida,le tue indicazioni tante donne potranno sperimentare questa dimensione.
Mi auguro che quello che stiamo dicendo, condividendo possa a magari poi nel futuro con altre cose diventare stimolo, significato e allenamento per ognuna di noi per essere una Donna D3 (donna alla potenza) a tutti gli effetti.
Donna D3 è un progetto dove le donne vengono messe, non dico in vetrina perché è brutto come termine, però messe su un piano di luce dove fare esaltare quelle che sono dei giovani talenti, dei begli esempi, delle belle storie di potenza femminile che possono stimolare, essere d’esempio per tante altre donne. Quindi chi ci sta ascoltando troverà tutti i tuoi riferimenti per poter conoscere meglio quello che stai facendo, chiederti consigli approfondendo con i tuoi lavori, e quando lo vorrai potremo condividere qui le tue ricerche.
Francesca, un grazie per il tuo esempio, e ti invito a lasciare una tua riflessone per donne che sono timorose, che sono titubanti, o che magari non pensano di essere all’altezza, sai a volte ci sono donne che non pensano di essere belle, non pensano di essere in forma per certe cose.
Questo aspetto è quello su cui lavoro spesso, per questo posso dire è che già il nostro pensiero, quello che noi pensiamo che va poi a orientare le nostre azioni, i nostri risultati, le nostre energie.
Quello che mi sento di dire è di cominciare a provare a sentire, a percepire e a far ribollire quell’energia che è interna e che tutti noi abbiamo e che ci può veramente portare lontano verso una zona di comfort e di libertà, di serenità e di pace interiore che è quella che ti dà la spinta definitiva su tutto e per tutto quello che vuoi realizzare.
Devo dire che io l’ho vista veramente su di me tutto questo, perché adesso sono molto contenta e molto felice di quello che faccio, ma ho passato dei periodi invece di grande down e di zone proprio d’ombra
Sono anche madre di tre figli e non è stato semplice costruirmi questa professione e portarla avanti anche adesso, però vedo proprio che quello che a me ha cambiato la prospettiva e ha fatto fare il salto definitivo è stato il cambiare il mio atteggiamento mentale prima di tutto verso me stessa, quindi credo che questa sia la cosa più importante.
Sicuramente la tua voce ha portato anche quello che stavi dicendo, perché si sente la tua energia, quindi questo è un bellissimo augurio per tante donne.
Intanto ti faccio i migliori auguri per la tua professione, per la tua carriera, ma soprattutto per la tua bellissima famiglia e la tua bellissima vita con quella energia che hai. Grazie Francesca.
Grazie 1000 a tutti voi per avermi ascoltato e grazie a voi e alla redazione per questa bellissima opportunità.
Puoi contattare Francesca Ferla Image & color consultant
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